L’edicola, era appena oltre
dalla piazza: dava le spalle al lago e guardava la chiesa. Era dall'altro lato
della strada e bisognava fare molta attenzione che il traffico era pericoloso.
Io però ero bravo: come il cagnolino dell’ottico, che attraversa da solo,
neanche fosse il vigile.
Comunque, quel giorno io compivo sette anni e la nonna
Rosy decise di regalarmi un sogno: dieci pacchetti di figurine Panini
dell’album Calciatori edizione 1979. Dieci pacchetti. Non tre, che erano
tantissimi. Non cinque, che erano meraviglia pura.
Dieci!
Dieci: un sogno. Come
rimanere seduto sulla panchina del battello e vedere passare un ufo.
Impossibile. Ma perfetto, un sogno, appunto. Come vedere la Marisa che
attraversa la piazza viene qui e mi dice “tanti auguri” e mi da un bacio. Ecco,
così.
Le prese a quell'edicola lì e me le consegnò in piazza, in
mezzo a tutti i compagni.
Stavamo seduti sui gradini della banca a succhiare
ghiaccioli. Avevo pagato io il gelato, per tutti, che era il mio compleanno e
non volevo la festa: ero abbastanza grande oramai.
Il mio ghiacciolo era verde.
Io lo mangiavo solo alla menta, come il mio papà. E la nonna Rosy, disinvolta,
mi porse quel pacchettino fermato da un elastico giallo, dicendo:
“Un
pensierino per il tuo compleanno”.
Poi si dileguò soddisfatta, tra i commenti,
l’invidia e lo stupore. Mi sedetti a terra, sulle lastre di pietra serena che
mi lasciavano i segni sulle cosce. Gli amici a cerchio attorno, in silenzio
reverenziale. Li aprii con calma e speranza.
Nel primo pacchetto trovai un Causio,
che ne avevo già due doppi.
Nel terzo pacchetto trovai Cabrini, che mi mancava
e ancora un Causio.
Nel quinto quasi mi commossi.
Pietro Paolo Virdis.
Pietro Paolo Virdis. Scappò
una canzoncina da stadio che mi aveva insegnato mio padre, gli amici fecero il
coro. Virdis non si trovava proprio. Trovai un altro Causio.
Nell’ottavo
pacchetto uscì Scirea. Che io Scirea lo avevo già, ma mancava a Francesco.
Appena vide la faccia di Scirea, Francesco partì urlando verso la chiesa
parrocchiale e correndo si levò la maglietta e cominciò a farla roteare sopra
la testa. Ero felice anch’io, Francesco aveva doppio Franco Baresi ed io potevo
finire tutto il Milan.
Nel decimo pacchetto trovai un altro Causio: quattro
Causio su dieci bustine di figurine… Non sapevano proprio più cosa farsene dei
Causio… E io ne avevo già due. Così diventavano sei Causio. Allora Alberto
decise che tutti mi avrebbero regalato i Causio doppi che avevano, che era
giusto così perché era il mio compleanno. Io non sapevo cosa farmene di tanti
Causio, ma Alberto era una spanna più alto di tutti, quindi la ritenemmo una
decisione sensata. Arrotolai nell’elastico giallo 32 figurine di Causio.
E seduti sotto i portici della farmacia, proprio sulla
panchina in pietra davanti al barbiere cominciammo i nostri: “ Ce l’ho, ce
l’ho, mi manca, mi manca.”
Era stato davvero un bel compleanno. Avevo pagato il
ghiacciolo a tutti gli amici: al Bar Commercio, avevo detto: “Pago io per
tutti”. E poi… Avevo Scirea che era il migliore. Avevo Virdis, che mancava a
tutti. Avevo finito il Milan.
E avevo trentadue Causio, di cui non sapevo che
farmene, ma nessuno in paese aveva mai avuto trentadue Causio.. Solo io.
Era stato davvero un buon compleanno. E
dovevo raccontarlo al più presto alla nonna Rosy.
Racconto scritto nel 2010, ad accompagnare la mostra fotografica di mio marito "I lake Pisogne", altre fotografie su:
https://plus.google.com/photos/113258995033312588615/albums/5482977161003555329?banner=pwa
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