Guidavo un tantino alterata, ieri.
Lista di cose da fare, da spuntare. Che ne spunto sempre meno della metà, ma io sono così, purtroppo. Dicevo... Guidavo, facevo e pensavo. Un po' più che alterata, in verità. Dovrei dire incazzata, ma in un blog ci sta male, comunque, oramai l'ho scritto. Avevo letto, in mattinata, qualche commento, preso così, a caso, sul libro di Baricco: Tre volte all'alba.
A me basta sentire Baricco che scatta dal cuore un inchino. Attenzione: non un'ovazione. Il tripudio da stadio lo regalo ad altri. Baricco no. Ho l'occhio lucido, silenzio totale, che di fronte ad una frase Sua, io nemmeno riesco a pronunciare una parola, nemmeno un sottovoce. Inchino e occhi di meraviglia, ecco, così.
Comunque, lessi ieri molte critiche. E spesso l'accenno al Baricco com'era prima...
Dunque pomeriggio di guida nervosa colpi di clacson e qualche parolaccia a mezza voce, per questo. Io non ci sto, mi ripetevo. No, quel libro ha qualcosa, per me, di sublime. Anche se merita silenzio e raccoglimento, stavolta ne parlo anch'io.
C'ho pianto su quelle righe. Non alla prima lettura. Alla seconda: quando sapevo, cosa mi aspettava alla pagina seguente. C'ho pianto sull'intera terza parte. Ieri, nervosa, pensavo che, anche solo la trama, vale il libro.
Poi nel viaggio, che è sempre scoperta, un viaggio, fosse anche per lavoro...
Comunque nel viaggio ho capito che per il mio sentire, ci sono passaggi che valgono l'intero libro.
La descrizione che la donna fa del sentimento che la lega all'uomo che ama, a pag. 35 quando chiede:
"Ha idea di cosa significhi essere pazzo di qualcuno?"
E a pag. 36 riassume con un:
"Quel che aveva capito, con assoluta certezza, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio."
E il crescendo sul posto più bello del mondo, da pag. 85?
"... perché conosco solo posti squallidi, e invece da lui è bello, e tu hai bisogno di stare in un posto bello.
Bello perché c'è il mare?
No. Bello perché c'è lui."
Da lì, in avanti, non credo sia possibile non essere commossi. Per ogni singola parola.
La descrizione di lui che apre la porta. Il suo "Tu", quando vede lei sull'uscio...
Anche il piccolo gesto che compie alla fine: appoggia la mano sul finestrino, lei, timorosa lo aveva abbassato quel finestrino, sì, ma solo un po'...
Però ieri, in macchina, ho capito.
Leggera curva a sinistra, ponte, rotonda, esco alla prima, rettilineo. Clack.
Lo capisco lì, e dove sennò, alle quattroedieciesatte.
Che per il mio cuore, l'ultima frase, vale tutto il libro, tutto Baricco.
"Stava pensando alla misteriosa permanenza dell'amore, nella corrente mai ferma della vita."
Inchino a fondo, mi prostro e piango un po'.
Ma in silenzio.
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