L'ho rubato alla biblioteca da un paio di mesi. Riconfermato. Ma ora il suo tempo è scaduto, di nuovo. Me ne devo separare ed oggi mi pare la cosa più difficile del mondo. Ancora Tabucchi, "Il tempo invecchia in fretta" mi pareva adatto alla chiusura dell'anno ed al nuovo inizio. Scevro da bilanci o buoni propositi.
L'ho letto e riletto e riletto ancora. Certi racconti restano lì. Galleggiano sospesi tra inconscio e razionalità, a cercare un senso, che forse non è da dare, non è da conoscere. Altri scivolano giù, come cordiale al lampone.
C'è un passaggio, alla fine di "Clof, clop, cloffete, cloppete" che mi ha regalato un pizzicore lungo la schiena: "Lei sapeva quale era la cosa più bella del mondo. Lui invece non lo sapeva. Possibile che alla sua età, con tutto quello che aveva visto e conosciuto, non sapesse ancora quale era la cosa più bella del mondo?".
Mi si è impigliata dentro, questa domanda...
Resterà lì, per questo nuovo anno.
Insieme al regalo di Giuli, la mia piccola, l'ultima sera delle vacanze.
Leggo ad alta voce un capitolo (Pattini d'argento), metto a letto, rimbocco coperte, bacio bacio. Gesti automatici, a volte, ma essenziali.
Fa gli occhi rotondi, deve chiedere qualcosa. Aspetto.
"Mamma? E' bello, essere una mamma?"
"E' davvero bello, Giulia. Ma sai una cosa? Se hai dei bimbi che ti vogliono bene è meraviglioso!"
"Allora tu sei una mamma fortunata, perché io te ne voglio tre universi."
Mica male, come inizio d'anno.
Tre universi...
Mica male davvero.
Certe parole valgono più di unamastercard con credito illimitato...
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