Nebbia ieri, di quella che appesantisce palpebre e cuore. E grigiore diffuso. Odori di umido e stantio. Persino il fumo dei comignoli, ieri, preferiva schiantare a terra anziché librarsi sopra i coppi. Necessitavo di colori caldi, poi, in fondo al frigorifero, ha fatto capolino lei... L'adorata zucca arancione.
La nebbia mi ha accompagnato fino ai sogni, ma il cuore si è intiepidito un po'.
E oggi è di nuovo tripudio di sole su cielo cobalto!
INGREDIENTI (per 4-6 persone):
750 gr di polpa di zucca lessa (o cotta al vapore) -1kg circa da crudo con buccia
2 uova grandi (o un panetto di tofu)
275 gr di farina bianca
125 gr di fecola di patate
PREPARAZIONE
Frullare la polpa di zucca, incorporare le uova, la farina bianca e la fecola.
Salare e pepare secondo il gusto; ne otterrete un composto molto morbido.
Gli gnocchi vanno preparati men mano, con l'aiuto di due cucchiai: si raccoglie il quantitativo di impasto (pari a una noce) e lo si immerge in acqua bollente salata, ripetere l'operazione per 15-20 volte.
Attendere che emergano, toglierli con la schiumarola e depositarli in un contenitore capiente da mantenere coperto.
Procedere così fino alla fine dell'impasto.
Gli gnocchi manterranno una buona temperatura. Condire a piacere.
Io prima di servire, li spadello con burro fuso, foglie di salvia ed un pizzico di cannella.
Ah, per le bucce di zucca, io ho spiato qui... Geniale!
http://lacucinadicalycanthus.net/?p=3242
Pumpkin gnocchi (4-6 serving)
INGREDIENTS:
750 gr boiled pumpkin - approximately 1kg raw peel
2 eggs (or tofu)
275 gr white flour
125 gr potato starch
Whisk the pumpkin, stir in the eggs, flour and starch. Add salt and pepper. You will get a very soft dough. The gnocchi should be prepared with the help of two spoons: collect the dough (equal to a walnut) and place in boiling salted water, repeat 15-20 times. Wait emerge, remove them with a slotted spoon and place them in a large container to keep covered. Wait emerge, remove them with a slotted spoon and place them in a large bowl and keep covered. Do this until the end of the dough.
The gnocchi will maintain a good temperature. Add the sauce of your choice.
Before serving, I mix them in a pan with melted butter, sage leaves and a pinch of cinnamon.
And what about peel? Have a look here!!!
http://lacucinadicalycanthus.net/?p=3242
Cinque minuti... Per un tè, bianco, magari. E un biscotto: avena e uvetta. Pensieri, Progetti, Scritti, Lavoretti. Ma solo cinque minuti, che la vita urla, non facciamola attendere.
giovedì 31 gennaio 2013
mercoledì 16 gennaio 2013
Il silenzio che viene alla fine
Ci sono incontri, a volte, inaspettati. Scoperte (e riscoperte) che sono meraviglia, in cui ti imbatti per caso, come se avessi trascorso anni a prepararti, fermo, in attesa.
Capita con le persone, certe persone.
Capita con i libri, certi libri.
Cercavo Mariolina Venezia: "Mille anni che sto qui", che andava riletto proprio in questi giorni di inquietudine. Ho scovato solo "Da dove viene il vento", che ho già letto e voglio abbracciare di nuovo, ma deve rimanere a macerare sul fondo della pila, ancora per qualche alba.
Curiosavo, un po' delusa. Poi leggo un titolo: "Il silenzio che viene alla fine" di Deborah Gambetta. La copertina non mi piace. Lo apro a caso. Leggo. Chiudo. Apro di nuovo e di nuovo.
Non è possibile. Non delude.
Lo prendo.
Lo leggo vorace. Una lettura da predatore. Una lettura ingorda, di cibo da ingollare, da ficcare in bocca con le mani- entrambe, in contemporanea.
Sono a pagina 127 di 220 e devo chiudere. Luce spenta.
Nevica fuori. Un silenzio di faville bianche. Bisogna dormire, bisogna proprio...
Non so cosa leggerò domani.
Ma non voglio che sia un finale a virare il mio sentire. Le rileggerò ancora queste pagine, con la pace di chi, la meraviglia, l'ha già vissuta e ne segnerò le frasi che vorrei aver scritto io, che vorrei aver sentito.
Sono felice. Quando trovo chi scrive con le cicatrici dischiuse. Mi fa sentire meno inquieta.
Capita con le persone, certe persone.
Capita con i libri, certi libri.
Cercavo Mariolina Venezia: "Mille anni che sto qui", che andava riletto proprio in questi giorni di inquietudine. Ho scovato solo "Da dove viene il vento", che ho già letto e voglio abbracciare di nuovo, ma deve rimanere a macerare sul fondo della pila, ancora per qualche alba.
Curiosavo, un po' delusa. Poi leggo un titolo: "Il silenzio che viene alla fine" di Deborah Gambetta. La copertina non mi piace. Lo apro a caso. Leggo. Chiudo. Apro di nuovo e di nuovo.
Non è possibile. Non delude.
Lo prendo.
Lo leggo vorace. Una lettura da predatore. Una lettura ingorda, di cibo da ingollare, da ficcare in bocca con le mani- entrambe, in contemporanea.
Sono a pagina 127 di 220 e devo chiudere. Luce spenta.
Nevica fuori. Un silenzio di faville bianche. Bisogna dormire, bisogna proprio...
Non so cosa leggerò domani.
Ma non voglio che sia un finale a virare il mio sentire. Le rileggerò ancora queste pagine, con la pace di chi, la meraviglia, l'ha già vissuta e ne segnerò le frasi che vorrei aver scritto io, che vorrei aver sentito.
Sono felice. Quando trovo chi scrive con le cicatrici dischiuse. Mi fa sentire meno inquieta.
lunedì 14 gennaio 2013
Biscotti inglesi al cioccolato (cookies)
Oggi c'è nebbia qui. Non si sa nemmeno in che direzione guardare... Questi biscotti risollevano il morale, anche quando pare piombo. Dunque, un sorriso, che serve sempre e nell'attesa che l'aroma avvolga la cucina, mi scelgo un libro, per stanotte, che coccoli le veglie. Vorrei Mariolina Venezia. Farò una corsa in biblioteca oggi, anche se sarò libera solo quando il buio avrà inghiottito tutto, e sarà un buio denso, viscido, molle. Ma in biblioteca, con le cucciole, mi scaldano anche i neon... Sì, Mariolina Venezia. Ma solo dopo aver stirato la pila di panni che è più alta della mia Giuli... sigh!
Dimenticavo! Questa ricetta è la mia variante a quella che trovate sul "cucchiaio d'argento".
INGREDIENTI:
175 gr farina bianca
100 gr burro
60 gr zucchero di zucchero di canna
60 gr zucchero di zucchero bianco
70 gr gocce di cioccolato fondente
40 gr cacao amaro
70 gr nocciole sgusciate
mezza bustina di lievito
1 uovo
2 cucchiai di latte
vaniglia (stecca o fialetta di aroma)
PREPARAZIONE
Lavorare energicamente il burro con lo zucchero bianco e quello di canna fino a creare una spuma soffice, incorporare poi l'uovo, le nocciole, le gocce di cioccolato, i cucchiai di latte e la vaniglia. Setacciare la farina con il cacao ed il lievito ed aggiungerla al composto. Con le mani umide, formare delle palline di 2-3 cm di diametro, da posizionare direttamente sulla carta da forno, ben distanziate tra loro, per garantire la lievitazione. Cuocere in forno statico, già caldo, a 180° per 10-11 minuti. Lasciare che raffreddino prima di staccarli dalla teglia.
Chocolate and hazelnuts cookies (english cookies)
INGREDIENTS:
175 gr white flour
100 gr butter
60 gr brown sugar
60 gr white sugar
70 gr dark chocolate chips
40 g cocoa powder
70 g shelled hazelnuts
half a bag of yeast
1 egg
2 tablespoons milk
vanilla (stick or aroma)
Beat the butter and the sugar together until frothy; then incorporate the egg, nuts, chocolate chips, tablespoons milk, vanilla and continue beating. Sift flour with cocoa powder, baking powder and add to mixture. With wet hands, form balls of 2-3 cm, arrange directly on the waxed paper and live space, to ensure the leavening. Bake in oven (pre-heated 180°) for 11-12 minutes. Let cool before removing from the pan.
sabato 12 gennaio 2013
Permanenza dell'amore
Guidavo un tantino alterata, ieri.
Lista di cose da fare, da spuntare. Che ne spunto sempre meno della metà, ma io sono così, purtroppo. Dicevo... Guidavo, facevo e pensavo. Un po' più che alterata, in verità. Dovrei dire incazzata, ma in un blog ci sta male, comunque, oramai l'ho scritto. Avevo letto, in mattinata, qualche commento, preso così, a caso, sul libro di Baricco: Tre volte all'alba.
A me basta sentire Baricco che scatta dal cuore un inchino. Attenzione: non un'ovazione. Il tripudio da stadio lo regalo ad altri. Baricco no. Ho l'occhio lucido, silenzio totale, che di fronte ad una frase Sua, io nemmeno riesco a pronunciare una parola, nemmeno un sottovoce. Inchino e occhi di meraviglia, ecco, così.
Comunque, lessi ieri molte critiche. E spesso l'accenno al Baricco com'era prima...
Dunque pomeriggio di guida nervosa colpi di clacson e qualche parolaccia a mezza voce, per questo. Io non ci sto, mi ripetevo. No, quel libro ha qualcosa, per me, di sublime. Anche se merita silenzio e raccoglimento, stavolta ne parlo anch'io.
C'ho pianto su quelle righe. Non alla prima lettura. Alla seconda: quando sapevo, cosa mi aspettava alla pagina seguente. C'ho pianto sull'intera terza parte. Ieri, nervosa, pensavo che, anche solo la trama, vale il libro.
Poi nel viaggio, che è sempre scoperta, un viaggio, fosse anche per lavoro...
Comunque nel viaggio ho capito che per il mio sentire, ci sono passaggi che valgono l'intero libro.
La descrizione che la donna fa del sentimento che la lega all'uomo che ama, a pag. 35 quando chiede:
"Ha idea di cosa significhi essere pazzo di qualcuno?"
E a pag. 36 riassume con un:
"Quel che aveva capito, con assoluta certezza, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio."
E il crescendo sul posto più bello del mondo, da pag. 85?
"... perché conosco solo posti squallidi, e invece da lui è bello, e tu hai bisogno di stare in un posto bello.
Bello perché c'è il mare?
No. Bello perché c'è lui."
Da lì, in avanti, non credo sia possibile non essere commossi. Per ogni singola parola.
La descrizione di lui che apre la porta. Il suo "Tu", quando vede lei sull'uscio...
Anche il piccolo gesto che compie alla fine: appoggia la mano sul finestrino, lei, timorosa lo aveva abbassato quel finestrino, sì, ma solo un po'...
Però ieri, in macchina, ho capito.
Leggera curva a sinistra, ponte, rotonda, esco alla prima, rettilineo. Clack.
Lo capisco lì, e dove sennò, alle quattroedieciesatte.
Che per il mio cuore, l'ultima frase, vale tutto il libro, tutto Baricco.
"Stava pensando alla misteriosa permanenza dell'amore, nella corrente mai ferma della vita."
Inchino a fondo, mi prostro e piango un po'.
Ma in silenzio.
Lista di cose da fare, da spuntare. Che ne spunto sempre meno della metà, ma io sono così, purtroppo. Dicevo... Guidavo, facevo e pensavo. Un po' più che alterata, in verità. Dovrei dire incazzata, ma in un blog ci sta male, comunque, oramai l'ho scritto. Avevo letto, in mattinata, qualche commento, preso così, a caso, sul libro di Baricco: Tre volte all'alba.
A me basta sentire Baricco che scatta dal cuore un inchino. Attenzione: non un'ovazione. Il tripudio da stadio lo regalo ad altri. Baricco no. Ho l'occhio lucido, silenzio totale, che di fronte ad una frase Sua, io nemmeno riesco a pronunciare una parola, nemmeno un sottovoce. Inchino e occhi di meraviglia, ecco, così.
Comunque, lessi ieri molte critiche. E spesso l'accenno al Baricco com'era prima...
Dunque pomeriggio di guida nervosa colpi di clacson e qualche parolaccia a mezza voce, per questo. Io non ci sto, mi ripetevo. No, quel libro ha qualcosa, per me, di sublime. Anche se merita silenzio e raccoglimento, stavolta ne parlo anch'io.
C'ho pianto su quelle righe. Non alla prima lettura. Alla seconda: quando sapevo, cosa mi aspettava alla pagina seguente. C'ho pianto sull'intera terza parte. Ieri, nervosa, pensavo che, anche solo la trama, vale il libro.
Poi nel viaggio, che è sempre scoperta, un viaggio, fosse anche per lavoro...
Comunque nel viaggio ho capito che per il mio sentire, ci sono passaggi che valgono l'intero libro.
La descrizione che la donna fa del sentimento che la lega all'uomo che ama, a pag. 35 quando chiede:
"Ha idea di cosa significhi essere pazzo di qualcuno?"
E a pag. 36 riassume con un:
"Quel che aveva capito, con assoluta certezza, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio."
E il crescendo sul posto più bello del mondo, da pag. 85?
"... perché conosco solo posti squallidi, e invece da lui è bello, e tu hai bisogno di stare in un posto bello.
Bello perché c'è il mare?
No. Bello perché c'è lui."
Da lì, in avanti, non credo sia possibile non essere commossi. Per ogni singola parola.
La descrizione di lui che apre la porta. Il suo "Tu", quando vede lei sull'uscio...
Anche il piccolo gesto che compie alla fine: appoggia la mano sul finestrino, lei, timorosa lo aveva abbassato quel finestrino, sì, ma solo un po'...
Però ieri, in macchina, ho capito.
Leggera curva a sinistra, ponte, rotonda, esco alla prima, rettilineo. Clack.
Lo capisco lì, e dove sennò, alle quattroedieciesatte.
Che per il mio cuore, l'ultima frase, vale tutto il libro, tutto Baricco.
"Stava pensando alla misteriosa permanenza dell'amore, nella corrente mai ferma della vita."
Inchino a fondo, mi prostro e piango un po'.
Ma in silenzio.
giovedì 10 gennaio 2013
Biscotti alle arachidi
Novità di questo Natale. Cercavo qualcosa di bizzarro, semplice alla vista, ma che regalasse una nota inconsueta al palato, che destasse curiosità.
INGREDIENTI:
250 gr farina bianca
90 gr burro
90 gr arachidi sgusciate
130 gr zucchero
una bustina di lievito
1 uovo
2 cucchiai di latte
2 cucchiaini radi di thaina
PREPARAZIONE
Lavorare energicamente il burro con lo zucchero fino a creare una spuma soffice, incorporare poi l'uovo, 70 gr di arachidi tritate (lasciate da parte 20 gr di frutti interi per la decorazione) e due cucchiai di latte. Setacciare la farina con il lievito ed aggiungerla al composto. Unire infine i due cucchiaini di thaina. Lasciare riposare l'impasto in frigorifero, per mezz'ora, avvolto in cellophane. Con le mani umide, formare delle palline di 2-3 cm di diametro, da posizionare direttamente sulla carta da forno, ben distanziate tra loro, per garantire la lievitazione. Sistemate sopra ogni biscotto mezza arachide (i 20 gr tenuti da parte). Cuocere in forno statico, già caldo, a 175° per 20 minuti, affinché divengano ben dorati in superficie.
Peanut cookies
INGREDIENTS:
250 gr white flour
90 gr butter
90 gr shelled, blanched peanuts
130 gr sugar
2 teaspoons yeast
1 egg
2 tablespoons milk
2 teaspoons Thaina
Beat the butter and the sugar together until frothy; then incorporate the egg, 70 grams of chopped peanuts (set aside 20 grams of whole fruit for decoration), two tablespoons of milk and continue beating. Sift flour with baking powder and add to mixture. Next add two teaspoons of Thaina. Refrigerate for half an hour, wrapped in cellophane. With wet hands, form balls of 2-3 cm, arrange directly on the waxed paper and live space, to ensure the leavening. Place on top of each cookie half peanuts. Bake in oven (pre-heated 175° for 20 minutes) until they become golden brown on the top.
Biscotti al cocco - Biscocchi
Questi biscotti-meringa aprono le danze nella mia cucina, da anni. Quando Natale bussa alla porta, io mi accingo a preparare biscotti da regalare. Li confeziono in sacchettini trasparenti, chiusi da fiocchi di cordino bianco. La sera, con le piccole finalmente a letto, o in certi pomeriggi laboriosi, con le cuochine che mi ballano attorno, l'incipit spetta sempre a loro: i Biscocchi. Istantanei da preparare, necessitano una cottura più lunga di quella che solitamente caratterizza i biscotti, così, mentre il profumo di cocco dal forno, conquista la mia casa, ho il tempo di dedicarmi ad altre ricette più laboriose. Adatti anche ai celiaci.
N.B. Ricetta rubata sul retro di una confezione di farina di cocco, la riporto pari pari: negli anni non ho mai cambiato una virgola!
INGREDIENTI:
4 albumi
250 gr farina di cocco
250 gr zucchero a velo
PREPARAZIONE
Montare a neve ben ferma gli albumi, aggiungere lentamente lo zucchero a velo, continuando a mescolare dal basso verso l'alto o con le fruste elettriche. Unire la farina di cocco. Con le mani umide, formare delle pallottole di 2-3 cm di diametro, da posizionare direttamente sulla carta da forno, ben distanziate tra loro, perché durante la cottura si gonfiano. Cuocere in forno statico, già caldo, a 150° per 30 minuti. Ne risulteranno circa due teglie da trenta biscottini. Lasciare raffreddare bene prima di staccare dalla piastra.
Coconut biscuits (named "Biscocchi)
INGREDIENTS:
4 egg whites
250 g coconut flour
250 gr icing sugar
Beat the egg whites, slowly add the powdered sugar, stirring from bottom to top (or use electric whisk). Add the coconut flour. With wet hands, roll the dought into balls of 2-3 cm in diameter, to be placed directly on a oiled baking sheet. Bake in oven, preheated to 150° for 30 minutes. You will have about two trays of thirty biscuits. Let them cool completely before removing from the oven plate.
Biscotti avena e uvetta
I miei preferiti... Per certi pomeriggi freddi. Quelli in cui ti avvolgi nella vecchia coperta della nonna, a cercare qualcosa di più del tepore. Con un tè leggero a scaldare le dita e il cuore. Bianco, già l'ho detto, e che sia il tè, per una volta, a cedere il ruolo di protagonista. Ma solo per cinque minuti, che c'è tanto altro da vivere, subito.
INGREDIENTI:
350 gr fiocchi d'avena
una bustina di lievito (un paio di cucchiaini)
120 gr burro
250 gr zucchero di canna
2 uova
250 gr uvetta
150 gr farina bianca
PREPARAZIONE
Mettere l'uvetta in ammollo in acqua tiepida per un quarto d'ora. Nel frattempo lavorare energicamente il burro con lo zucchero fino a creare una spuma soffice, incorporare poi le uova lentamente. Setacciare la farina con il lievito ed aggiungerla al composto. Alla fine unire i fiocchi d'avena e le uvette ( asciugate e passate nella farina bianca). Con le mani umide, formare delle pallottole di 2-3 cm di diametro, da posizionare direttamente sulla carta da forno, ben distanziate tra loro, per garantire la lievitazione. Cuocere in forno statico, già caldo, a 175° per 12- 15 minuti (a seconda della dimensione), affinché raggiungano una bella doratura.
INGREDIENTI:
350 gr fiocchi d'avena
una bustina di lievito (un paio di cucchiaini)
120 gr burro
250 gr zucchero di canna
2 uova
250 gr uvetta
150 gr farina bianca
PREPARAZIONE
Mettere l'uvetta in ammollo in acqua tiepida per un quarto d'ora. Nel frattempo lavorare energicamente il burro con lo zucchero fino a creare una spuma soffice, incorporare poi le uova lentamente. Setacciare la farina con il lievito ed aggiungerla al composto. Alla fine unire i fiocchi d'avena e le uvette ( asciugate e passate nella farina bianca). Con le mani umide, formare delle pallottole di 2-3 cm di diametro, da posizionare direttamente sulla carta da forno, ben distanziate tra loro, per garantire la lievitazione. Cuocere in forno statico, già caldo, a 175° per 12- 15 minuti (a seconda della dimensione), affinché raggiungano una bella doratura.
INGREDIENTS:
350 gr oat flakes
2 teaspoons yeast
120 gr butter
250 gr brown sugar
2 eggs
250 gr raisins
150 gr white flour
PREPARATION
Put the raisins to soak in warm water for 15 minutes. In the meantime beat butter and sugar together until fluffy, then add eggs, one-by-one slowly, beating constantly. Sift flour with baking powder and add to mixture. At the end add the oat flakes and raisins (dried and rolled in white flour). With wet hands, round balls of 2-3 cm, place them directly on the waxed paper, and spaced apart to ensure the leavening. Bake in oven, (pre-heated to 175° for 12 to 15 minutes (depending on size), until cookies reach a ligh brown colour. Live to cool.
martedì 8 gennaio 2013
La cosa più bella del mondo, tre universi.
L'ho rubato alla biblioteca da un paio di mesi. Riconfermato. Ma ora il suo tempo è scaduto, di nuovo. Me ne devo separare ed oggi mi pare la cosa più difficile del mondo. Ancora Tabucchi, "Il tempo invecchia in fretta" mi pareva adatto alla chiusura dell'anno ed al nuovo inizio. Scevro da bilanci o buoni propositi.
L'ho letto e riletto e riletto ancora. Certi racconti restano lì. Galleggiano sospesi tra inconscio e razionalità, a cercare un senso, che forse non è da dare, non è da conoscere. Altri scivolano giù, come cordiale al lampone.
C'è un passaggio, alla fine di "Clof, clop, cloffete, cloppete" che mi ha regalato un pizzicore lungo la schiena: "Lei sapeva quale era la cosa più bella del mondo. Lui invece non lo sapeva. Possibile che alla sua età, con tutto quello che aveva visto e conosciuto, non sapesse ancora quale era la cosa più bella del mondo?".
Mi si è impigliata dentro, questa domanda...
Resterà lì, per questo nuovo anno.
Insieme al regalo di Giuli, la mia piccola, l'ultima sera delle vacanze.
Leggo ad alta voce un capitolo (Pattini d'argento), metto a letto, rimbocco coperte, bacio bacio. Gesti automatici, a volte, ma essenziali.
Fa gli occhi rotondi, deve chiedere qualcosa. Aspetto.
"Mamma? E' bello, essere una mamma?"
"E' davvero bello, Giulia. Ma sai una cosa? Se hai dei bimbi che ti vogliono bene è meraviglioso!"
"Allora tu sei una mamma fortunata, perché io te ne voglio tre universi."
Mica male, come inizio d'anno.
Tre universi...
Mica male davvero.
L'ho letto e riletto e riletto ancora. Certi racconti restano lì. Galleggiano sospesi tra inconscio e razionalità, a cercare un senso, che forse non è da dare, non è da conoscere. Altri scivolano giù, come cordiale al lampone.
C'è un passaggio, alla fine di "Clof, clop, cloffete, cloppete" che mi ha regalato un pizzicore lungo la schiena: "Lei sapeva quale era la cosa più bella del mondo. Lui invece non lo sapeva. Possibile che alla sua età, con tutto quello che aveva visto e conosciuto, non sapesse ancora quale era la cosa più bella del mondo?".
Mi si è impigliata dentro, questa domanda...
Resterà lì, per questo nuovo anno.
Insieme al regalo di Giuli, la mia piccola, l'ultima sera delle vacanze.
Leggo ad alta voce un capitolo (Pattini d'argento), metto a letto, rimbocco coperte, bacio bacio. Gesti automatici, a volte, ma essenziali.
Fa gli occhi rotondi, deve chiedere qualcosa. Aspetto.
"Mamma? E' bello, essere una mamma?"
"E' davvero bello, Giulia. Ma sai una cosa? Se hai dei bimbi che ti vogliono bene è meraviglioso!"
"Allora tu sei una mamma fortunata, perché io te ne voglio tre universi."
Mica male, come inizio d'anno.
Tre universi...
Mica male davvero.
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