Lascito di mio zio: due colombe. E un ombrello acquistato in Austria, con stampe di Klimt. Me lo invidiano, l'ombrello, preferirei sapere che lo zio è ancora là nell'orto, a misurar distanze tra le cipolle. Comunque...
Una zampetta, la seconda. Si chiamano Pavoncella e Settepiume, così hanno deciso le bimbe, ma è più appropriato il nome scelto da Sergio: sono Peace e Love.
Peace è più temeraria, si butta sulla cassettina di plastica, fissata come un pianerottolo. Love rimane a coprire le spalle. Anche quando Peace scende tra l'erba e ispeziona il giardino; poi prende il volo, si allontana. Anche Love esce, dopo un po' e la cerca. Peace ubriaca di libertà svolazza lontano, ancora un po' incerta, ma non vuole tornare indietro, non subito: passa la notte fuori. Love alla sera è nella sua voliera, acciaccata, con una zampina che proprio non riesce ad appoggiare.
Ma all'alba è di nuovo pronta ed è tornata anche Peace, si riparte insieme allora: goffe per il poco volo, meravigliose di penne bianche. E volano in alto, oggi. Love su un tetto, Peace sceglie il cedro e tocca la cima. Si vede il lago da lì e tutto il mondo. Si vede anche il suo recinto, da lì. Ma ci tornerà stasera, a riposare al sicuro, ora ha un mondo da conquistare, scende sul ramo basso, così che Love, timorosa, la raggiunga.
Di nuovo partono, verso il cielo.
Io me le guardo col naso all'insù e le aspetto.
Che si sa... Adoro le attese...
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