LIBRO 33 11/2020
IL BALLO DELLE PAZZE, Victoria mas, (2019),
Edizioni e/o 2021, tradotto da Alberto Bracci Testasecca.
NO
SPOILER
Lavora nel cinema, Victoria Mas, ed esordisce con questo romanzo che diviene un vero e proprio caso editoriale in Francia, due anni fa. E della cinepresa si percepisce la presenza, comunque, anche qui: la scrittura semplice, a tratti misera, ai miei occhi ha spesso evocato una sceneggiatura.
Il
romanzo è un assaggio di quanto accadeva a fine Ottocento, quando delle malattie
mentali si conosceva ben poco: se una donna era ritenuta da rinchiudere in
manicomio anche per motivi veramente utili, per poco più che un capriccio
maschile, isteria o malinconia e l’ospedale psichiatrico Salpetrière chiudeva i
suoi portoni in una Parigi fredda, e tetra.
È una
passeggiata tra ampi saloni, dormitori dalle alte finestre sui parchi questo
romanzo. Si cammina tra i letti guardando le donne distese o sedute sui
materassi, le si sente gemere, chiacchierare, ridere emettere versi.
Ci si
muove consapevoli che alla Salpetrière si sa bene quando si entra, ma non SE si
esce…
Si
visita il manicomio da turisti, apprezzandone l'architettura e le scelte
estetiche, soffermandoci sui vialetti esterni. Si entra in contatto con il
burbero e distaccato medico, ildottor Charcot: l'uomo per il quale è stata
creata la cattedra di neurologia e maestro di Freud. Si seguono gli esperimenti
del luminare sulle pazienti, ricerca e mondanità, dove anche la cura diviene
spettacolo, con crisi provocate sotto ipnosi davanti al pubblico… Si tasta con
mano l'efficacia delle infermiere, si conoscono le alienate rinchiuse tra
queste mura per i motivi più disparati: ci sono donne rinchiuse perché
prostitute, altre perché realmente portatrici di una patologia mentale altre
ancora perché hanno subito una violenza e non ne sono uscite, altre perché coltivatrici
di idee scomode…
Le
protagoniste sono due donne: un'infermiera che crede nella scienza e nell’efficienza
come possibilità per raggiungere l’emancipazione e l’alienata Eugénie, borghese
curiosa e determinata a scardinare il suo destino di moglie e madre sottomessa.
Le due personalità sono cariche di forza emotiva, due donne diverse per età e
per destino che le accompagna nella vita, ma accomunate da questo desiderio di
essere persone complete, realizzate, a prescindere dalla già scritta sorte
femminile.
Non ho
amato particolarmente la scelta del disturbo che caratterizza la protagonista
in quanto lontano dal mio sentire: non amo la letteratura che fa l'occhiolino all'ultraterreno,
all’esoterico, ad un mondo irreale... Senza dubbio il personaggio è ben
costruito, donna interessante, intraprendente caparbia con la voglia e la
necessità di imporsi per cambiare la visione del mondo femminile che l'ha
preceduta, così abituato a chinare il capo al patriarcato. Avrei però preferito
una scelta più sobria e sostenibile.
Il tema
del libro è l’evento annuale, il ballo, durante il quale la borghesia può
entrare in clinica ed incontrare le “pazze”, il momento diviene l’emblema di
questa cura/esibizione, dove gli animali da circo sono le figure femminili a
cui è concesso, per un giorno, di sognare una vita normale, fuori dalle mura.
L’amaro
in bocca, alla chiusura dell’ultima pagina m’è rimasto perché su molti aspetti la
Mas è rimasta in superficie, come a presentarci oggetti piatti che rimangono a
galla. Avrei preferito un’analisi più approfondita dei personaggi, per esempio,
spesso bidimensionali, o delle dinamiche o delle cure… è un libro ricco di scene visivamente forti e
ben congeniate, pare proprio la base per il film (uscito nel 2021, che però ho letto
non aver ricevuto recensioni a 5 stelle!), che guarderò, chissà.
#ilibridihollyeponyo
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