4 - 2/2022
Ubah Cristina Ali Farah, Le stazioni della luna, 66THAND2ND, 2021.
NO SPOILER
Il colonialismo italiano e le usanze tribali si guardano in cagnesco, in una Mogadiscio spaccata in due. Ci si trova, di fronte a posizioni opposte, e ad appoggiarne le ragioni col medesimo entusiasmo. E niente è in grado di metterci maggiormente in crisi. Perché le tradizioni somale vanno indubbiamente rispettate e mantenute, ma la civiltà porta un pediatra tra bimbi curati con litanie e miscugli magici, porta una maestra dove non si utilizza la scrittura.
E le due donne con il loro bagaglio di differenze che più greve non si può, si amano, come madre e figlia.
Il romanzo ci apre la porta ad un passato nascosto: questo colonialismo taciuto e spesso dimenticato, ci dà una bella tirata d’orecchi e un calcio nel di dietro. Ci sbatte dietro la lavagna con gli orecchi d’asino e non urla, non ringhia, non graffia. Racconta con freddo distacco e dolore trattenuto, mesto. Col sorriso di chi ha vissuto e visto tutto. E ci lascia il compito di trarne conclusioni, senza schiamazzi.
C’è poi questo aspetto che non avevo mai davvero affrontato e non riesco ad immaginare: come ci si può sentire italiani se mai si è vista la patria? E cos’è la patria? Quella di chi ti ha generato? O quella che ha visto i tuoi primi passi. Quesiti quanto mai attuali serpeggiano lungo tutto il romanzo.
“Clara si chiedeva se avesse davvero senso rimpatriare in un paese in guerra, quando a casa loro erano al sicuro. Qualcosa Le sfuggiva in quel ragionamento: patria corrispondeva a casa o piuttosto era a casa la patria?” Pag. 36
Mi è dispiaciuta la brevità, mi ha lasciato un po’ con la bocca asciutta, avrei preferito più pagine, più dettagli, più vita. E invece resto con la voglia di capire, di conoscere, di sapere. Ma forse è anche questo il bello di certi libri: ci lasciano più assetati di quando li abbiamo avvicinati.
E sia, accetto consigli su tematiche simili, affrontate con sincerità e senza clamore.
"La vita è semplice quando si adempie ai propri compiti, quando ci si adatta alle circostanze. Ma cosa rimane dei desideri, se non sappiamo tenerne conto?" Pag. 101
#ilibridihollyeponyo
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