venerdì 17 settembre 2021

Shantaram, Roberts

 Shantaram, Gregory David Roberts, Neri Pozza Editore, 2005. (NO SPOILER)

Shantaram è una bustina da te: il tempo dell’immersione e inizia la magia. 

La magia del viaggio.

È un vero e proprio viaggio dei sensi, Shantaram. Se riusciamo a lasciarci andare, saranno i profumi a trasportarci: di spezie nei cibi, nei mercati, sulla pelle e tra i capelli delle donne. Sopporteremo il tenace puzzo dello slum con le sue fogne a cielo aperto, del corpo di uomini ammassati nelle prigioni, del sudore che bagna le vesti. Ascolteremo risa, musiche, canzoni, tintinnio di bracciali e cavigliere. Assaggeremo riso e berremo tè fino a non volerne più, proveremo il sapore metallico del sangue, del latte caldo, o di pezzi di carne quasi putrida. E sentiremo le nostre dita secche, ghiacciate, fredde oppure sudate. E anche le droghe ci fporteranno in viaggi tra brume e nebbie ovattate.

Sarà un continuo turbinio dai lustrini e campanelli di Bollywood alle tinte tenui dei monaci, dalle tonalità indefinite degli abiti dei poveri ai colori sgargianti del cielo. Shantaram è tutta l'India.

Shantaram è un viaggio dentro gli occhi delle persone. Occhi dolci amorevoli sorridenti oppure astiosi arrabbiati occhi tenaci occhi sopraffatti, occhi tristi, occhi svuotati dal dolore o ebbri d'amore. Occhi che raccontano nei silenzi.

Shantaram è il viaggio in India e viaggio dentro il protagonista. Si segue la sua evoluzione passo passo da occidentale a uomo dalla “faccia bianca, cuore nero” “ho la pelle bianca, fratello, ma il cuore è assolutamente indiano”.


Sono1200 pagine che volano, immersi in un viaggio reale e spettacolare come in vacanza, quando alla sera ci si ripete che è già trascorso un altro giorno

Le ultime 300 pagine mi sono un pochino pesate: gli eventi che si susseguono uno dopo l'altro in modo caotico, frastornante e iniziano a stancare le emozioni. Al protagonista accadono pagine di meraviglie ed eventi incredibili (anche incredibilmente orribili, atroci), Quasi per caso: come se fosse sempre in prima fila ad assistere allo spettacolo, fino a divenirne, ogni volta, protagonista. Dopo 800-900 pagine intrise di eventi spettacolari ci si sente quasi tirati per il naso. Scherzando ho raccontato più volte che nelle ultime 300 pagine mi aspettavo l'ingresso trionfale persino di Babbo Natale.

Ma è un libro che va letto, anche e soprattutto perché emotivamente coinvolge (a volte devasta: ci sono morti che fanno così male, da chiudere il libro come in lutto). Gli errori che il protagonista continua razionalmente e consapevolmente a fare, scatenano nel lettore impressioni forti. Si vorrebbe poter fermare questo uomo, poterlo consigliare, aiutare redimerlo (in qualche modo). Eppure lo si guarda sbagliare più e più volte rimanendo al suo fianco come si farebbe con un caro amico


Ultima cosina: la descrizione minuziosa dei personaggi. Estremamente dettagliati, definiti e credibili, arrivi a vederli, ti pare di incrociarli per strada!  Alla fine mancano, ne soffri fisicamente! A qualcuno ci si affeziona pure in modo particolare, per me è stato il caso dell'indiano Prabaker il cui sorriso mi ha accompagnato anche dopo aver chiuso il libro…

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