venerdì 7 gennaio 2022

Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, Shaffer - Barrows

 40 - 12/2021

Mary Ann Shaffer - Annie Barrows, Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, Astoria, (2008) 2019, traduzione Giovanna Scocchera – Eleonora Rinaldi

NO SPOILER

 

Come sedersi, all’ora del tè, con un vassoio di scones e riccioli burro morbido e marmellata di mirtilli e il coltello d’argento a spatola, in una veranda che dà sul giardino.

È un po’ così. Questa lettura.

Ed è un attimo ritrovarsi a cercare i voli o il traghetto per Guernsey e dove pernottare e cosa vedere.

Juliet, scrittrice londinese alla ricerca di una trama per il suo nuovo libro, riceve una lettera dall’isola in questione. Il mittente è Dawsey che narra di essere entrato in possesso di un libro che fu di Juliet, l’uomo è un membro del club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey. Inizia così uno scambio epistolare che si apre a tutti i partecipanti al club, in una giostra di parole che ha come fulcro Juliet.

La storia principale è leggera, a tratti frivola, senza corpo, come 8° mio avviso) la protagonista. Ma l’atmosfera che aleggia attorno, l’ambientazione, i personaggi disposti a corollario, gli eventi del passato a guisa di costellazione e soprattutto il contesto storico, meritano la lettura. Ma andiamo per ordine.

L’isola conquista, da subito, con i tramonti, i prati, le burrasche, il porto ed i villaggi così inglesi e così contaminati dal passato francese.

Alcuni personaggi sono interessanti. Dawsey, per esempio, se avete l’animo romantico, vi farà sospirare non poco (a parte la maestria a sgozzare maiali, per quanto mi riguarda…), o la meravigliosa Isola: bizzarra e balzana, colma di allegria, colora a tinte forti uno scorrere a tratti un po’ piatto…

Il contesto storico a cui alludevo è la seconda guerra mondiale. Queste isole di pescatori, così inglesi, così vicine alla Francia, hanno ingolosito i tedeschi che le hanno conquistate nel tempo di mangiarsi un muffin, per dar vita ad un’occupazione inutile e assurda, in cui gli isolani erano prigionieri tanto quanto gli invasori.

Questo è lo scorcio che mi porta a consigliarvi il libro: la sequenza dei singoli racconti di guerra. La scelta dell’epistolario, è azzeccata per quella che altrimenti parrebbe una catena di eventi singoli e slegati. Invece in questo modo, ogni mittente narra il suo vissuto come evento unico e finito.

La narrazione, leggera, morbida, gli eventi bizzarri (la scrittrice provocata da un giornalista arriva a scagliargli contro una teiera), la storia d’amore che s’infila sorniona, rendono il romanzo godibile, soprattutto nei momenti di transizione tra tomi devastanti, in quella fase di convalescenza che ogni lettore vive dopo letture memorabili.

E appena ho un attimo, il volo e il pernottamento a Guernsey lo cerco davvero.

#ilibridihollyeponyo

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