sabato 15 gennaio 2022

Pastorale Americana - Philip Roth

 1 - 1/2022

Philip Roth, Pastorale Americana, Einaudi, (1997) 2001, traduzione Vincenzo Mantovani


NO SPOILER

La conoscete quella sensazione di dover esplodere? Sentirsi soffocare, comprimere, annegare, schiacciare, morire? E non voler fare assolutamente nulla? Non per debolezza o incapacità, no, per scelta, per mantenere intatto l’equilibrio, perché gli altri non ne soffrano, non ne risentano…

“Tu sei quello che è sempre lì a cercare di minimizzare le cose. Sempre lì che si sforza di essere moderato. Mai dire la verità, se credi che possa ferire i sentimenti di qualcuno. Sempre pronto ai compromessi. Sempre pronto ad accontentare la gente. Sempre lì a cercare di trovare il lato migliore delle cose. Quello educato. Quello che sopporta pazientemente ogni cosa. Quello che ha una dignità da difendere. Il ragazzo che non viola mai le regole. Quello che la società ti ordina di fare tu lo fai. Le norme della convivenza civile.” Pagina 275

Questo libro si legge in apnea, in estrema tensione. Con la sensazione chiara che il peggio non è stato ancora detto, che arriverà alla prossima pagina. Scorri le righe con la fronte contratta e le gambe rigide. E quando riponi il libro non ti rilassi, non ci dormi.

Pastorale Americana è un libro difficile: non puoi leggerlo in tram, o con tua madre che chiacchiera in sottofondo o mentre tua moglie che ti racconta la giornata. Non puoi leggerlo al parco, col via vai di passeggini. È una lettura intima, che esige concentrazione e raccoglimento. Solo così troverai laggiù in fondo, ben celato da maschere del quotidiano, oltre cancelli e porte che teniamo chiuse, tolte tutte le maschere, il coraggio di capire, di condividere, di ESSERE lo svedese.

"E, nella vita di tutti i giorni, nient'altro da fare che continuare rispettabilmente ad avere l'enorme pretesa di essere se stesso, con tutta l'onta di essere, invece, solo la maschera di uomo ideale." Pagina 175

E’ la storia di un uomo questa, che è l’America intera. Lo svedese è giovane, bello, bravo, atletico. Perfetto, in tutto, nel viso, nel corpo, nel carattere, nei modi. Un uomo di successo che porta l’azienda familiare a divenire un impero. Lo Svedese sposa una reginetta che aspirava a l titolo di Miss America: una donna dalla bellezza mozzafiato, intelligente, tenace, perfetta quanto lui.

Una coppia iconica che viene stroncata da un evento folle, una scheggia impazzita ingestibile. 

E lo svedese resta in piedi, pacato, sorridente, comprensivo. Ma tutto attorno, cade a pezzi. Tutti gli ideali, il sogno americano. Tutto.


“Nessuno passa attraverso la tristezza, il dolore, la confusione e la perdita senza restare segnato in qualche modo. Anche a quelli che da piccoli hanno avuto tutto toccherà, prima o poi, la loro quota di infelicità; se non, certe volte, una quota maggiore.” Pagina 23

E tra le macerie del suo mondo, tra i pezzi del nostro cuore che si frantuma senza aspettativa, lui sorride gentile. Con il vuoto dentro o troppo colmo. Pronto a scoppiare e a fermarsi in tempo. Perché nessuno soffra, nessun equilibrio si incrini.


“Lui si considera, comunque, responsabile. Lo ha fatto per tutta la vita, rendendosi innaturalmente responsabile, tenendo sotto controllo non soltanto se stesso ma qualunque altra cosa minacciasse di diventare incontrollabile, dando tutto per tenere insieme il proprio mondo.” Pagina 91


Prendetevi del tempo per leggere questo romanzo, per infilarvi tra le pagine come lame, una dopo l’altra, dentro lo stomaco. Prendetevi il tempo per stare male, per sporcarvi di lustrini e marcio. Per amare l’america e la sua dark side. Concedetevi il tempo per amare lo svedese, per volerlo salvare, abbracciare accudire proteggere. Da se stesso prima di tutto. Ma dovete innamorarvene prima.


È il mio primo Roth. Mi faceva l’occhiolino da anni, ma questi viaggi all’inferno mi lasciano sempre acciaccata e naufraga. Devo scegliere il momento giusto per affrontarli. Dunque arriverà tempo per un altro Roth, indubbiamente, ma fra qualche mese.


DA RICORDARE:


"...non dimentichiamo le cose solo perché non contano, ma le dimentichiamo anche perché contano troppo." pagina 57


"Sì, siamo soli, profondamente soli, e in serbo per noi, sempre, c'è uno strato di solitudine ancora più profondo. Non c'è nulla che possiamo fare per liberarcene. No, La solitudine non dovrebbe stupirci, per sorprendente che possa essere farne l'esperienza. Puoi cercare di tirar fuori tutto quello che hai dentro, ma allora non sarai altro che questo: vuoto e solo anziché pieno e solo." pagina 227


"La gente è infallibile: sceglie quello che ti manca e poi non te lo dà." Pagina 279


"Ciò che lui trovava stupefacente era il modo in cui gli uomini sembravano esaurire la propria essenza - esaurire la materia, qualunque fosse, che li rendeva quello che erano - e, svuotati di se stessi, trasformarsi nelle persone di cui un tempo avrebbero avuto pietà." Pagina 329


"Ci sono cento diversi modi di tenere la mano di una persona. Ci sono i modi in cui tieni la mano di un bambino, i modi in cui tieni la mano di un amico, i modi in cui tieni la mano di un anziano genitore, i modi in cui tieni le mani dei partenti, dei morenti, dei defunti. Lui tenne la mano di Dawn come un uomo tiene la mano della donna che adora, con tutta l'emozione che si riversa nella sua stretta, come se la pressione sul palmo della mano producesse uno scambio spirituale, come se l'intrecciarsi delle dita simboleggiasse ogni intimità.” Pagina 386


. #ilibridihollyeponyo


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