venerdì 25 novembre 2016

Passeggiate d'autunno


C'è questa cosa che lega me a Giulia e lei a me. E se partecipano anche la sorella e papino, risultano intrusi, come pezzi di puzzle che non si incastrano.
Ma questa volta anche il papi si è unito a noi.
Ha fatto molta fatica: ci ha disturbate e ha capito un gran poco del nostro passeggiare d'autunno... Ma la nostra ricorrenza è così. Prendere o lasciare.

Io e giulia, in questa stagione, vogliamo un bosco. Con un sentiero ben definito.
E latifoglie accese.

Lei cammina avanti, lenta e meticolosa. Fruga tra le foglie con un bastoncino, cercando tesori: funghi, muschi, cortecce, bacche, ghiande, foglie colorate. Io procedo a qualche metro di distanza e raccolgo giunchi morbidi, camminando, intreccio. Così facciamo, ogni autunno.

E saltella a molla. Le cose belle le raccoglie e le deposita in una sportina di stoffa, i funghi li ammiriamo e fotografiamo. Non si raccolgono mai, che li temo come il veleno.





E io cammino preparando una ghirlanda, giro fuscelli, li arrotolo e li piego in un cerchio (quasi perfetto) e lei raccoglie tutto il necessario per decorarla.
Così ogni autunno.
E una volta a casa, concludiamo la nostra opera d'arte con tutte le meraviglie raccolte. E la appendiamo fuori, ad augurare il buongiorno all'inverno che bussa piano...

Ma ve la lascerò a breve, la fotografia della nostra ghirlanda, così vi racconto per bene con cosa l'abbiamo decorata.
Adesso invece vi regalo un brevissimo video dal terrazzo di casa mia. Che la natura ci regala meraviglie...






















mercoledì 23 novembre 2016

Stelle filanti di pasta fresca colorata

Sì, perché lavorare con i bambini ci aiuta a cambiare prospettiva.
E un piatto di pasta diventa una tavolozza.
E una porzione di tagliatelle, un arcobaleno a sfilacci.
Perché i bambini ci meravigliano. E se c'è una cosa che non smetterò mai di fare, è divertirmi con loro.

Adoro questo laboratorio, cavallo di battaglia in mille situazioni.
Provatelo. Mi darete ragione!


Ingredienti:

·         Pasta all'uovo classica:         200 gr farina bianca e 2 uova
·         Pasta verde:                         200 gr farina bianca, un uovo, 60 gr spinaci bolliti, strizzati e tritati.
·         Pasta arancione:                   200 gr farina bianca, un uovo, 60 gr carote bollite e tritate.
·         Pasta rosso fucsia:                200 gr farina bianca, un uovo, 60 gr barbabietole bollite e tritate.
·         Pasta rosso chiaro:               200 gr farina bianca, un uovo, 50 gr di concentrato di pomodoro.
·         Pasta gialla:                          200 gr farina bianca e 2 uova, una bustina di zafferano.
·         Pasta marrone:                     150 gr farina bianca, 30 gr di cacao amaro, 2 uova.
·         Pasta viola:                           200 gr farina bianca, un uovo, 60 gr cavolo rosso bollito e tritato.
 Serve anche una nonna papera!






Procedimento:
Preparate le verdure bollite (o ben cotte al vapore) e frullate, in contenitori separati, lasciate raffreddare. Attenzione: fate bollire il cavolo rosso in poco poca acqua, altrimenti stinge (colora l'acqua e poi la vostra pasta risulterà grigiastra, non viola!!!).
Setacciare la farina e disporla a fontana. Fare un foro profondo nel centro, rompere le uova e depositare le verdure, impastare energicamente gli ingredienti tra loro per quindici minuti. Infarinare il piano di lavoro ed il mattarello, stendere la palla di pasta. Tagliare con appositi strumenti o macchine per la pasta. Spolverare bene con semola affinché le tagliatelle (o simili) non si attacchino al vassoio o tra loro.

Conservare in luogo fresco per un paio di giorni al massimo.

Bollire in acqua salata come al solito, per i tempi di cottura, dipende dallo spessore della pasta quindi, vi consiglio di assaggiare! Condite con burro fuso, salvia e una spruzzata di parmigiano al fine di enfatizzare i vari gusti








mercoledì 11 maggio 2016

I grissini golosi



Chi mi segue dal vivo, ché il blog zoppica, sa che da un po', affianco i laboratori artistici per bambini  a quelli di cucina. I piccoli amano pasticciare con farina e lieviti! Uno dei  laboratori che amo di più è proprio questo! I grissini vanno a ruba e il processo di manipolazione che li genera è divertente e utile!

Pochissimi ingredienti:
250 gr di farina bianca con lievito*
100 gr di acqua
5 gr sale fino
50 gr olio evo
50 gr olive verdi denocciolate
un pochino di sale grosso
1 cucchiaio e mezzo di semi di papavero

* io utilizzo la farina autolievitante per una questione di tempo: i miei laboratori durano un'ora e mezza... Se avete tempo (grest, doposcuola, casa!!!), utilizzate il lievito di birra fresco (un quarto di panetto) e scegliete una  lievitazione lenta: un'ora, reimpasto, un'ora.

Disponete la farina come un vulcano, nel mezzo mettete l'acqua e il sale fino. Impastare impastare impastare. Aggiungere l'olio, lasciandone da parte 10 gr circa.
Dividere l'impasto in due panetti.

Spezzettare le olive in minuscoli frammenti (io chiedo ai bimbi di frammentare ogni oliva in 4 parti) ed aggiungerle ad un panetto. Al secondo aggiungere i semi di papavero.

Preparare i grissini giocando a fare i rotolini con entrambe le mani piatte, sul tavolo e depositarli sulla teglia (ricordate la carta da forno!). Quelli alle olive sono perfetti così; invece i grissini ai semi di papavero sono da spennellare con olio  e spruzzare con il sale grosso: MA NON ABBONDATE!
Infornare a 210° per 20 minuti circa.

Io occupo questi 20 minuti a preparare i sacchetti.
Da un foglio di carta creiamo i contenitori, sul retro scriviamo la ricetta e davanti decoriamo a piacimento.

Buon appetito!!!






lunedì 25 gennaio 2016

Il pittore Facchinetti, le "donne nude" ed i bimbi della scuola elementare...




In questa mia seconda vita, di cui un giorno vi racconterò, mi trovo a incontrare e "scegliere" artisti emergenti, del nostro territorio.
La nostra Associazione Atelietico (di cui giuro che vi parlerò) espone, in questi giorni, il pittore loverese Corrado Facchinetti. A seguire troverete una breve recensione che vi convincerà a venirci a trovare, ma è un altro, il motivo del post.
 

Ci si trovava io e Corrado, in sede, durante l'allestimento della mostra. La sala espositiva è nel piano seminterrato delle scuole elementari di Sovere (BG), con una meravigliosa parete fenestrata, sul piazzale ludico ricreativo dei bimbi.

E' dunque accaduto che, durante un intervallo, tra il vociare e lo scalpicciare abituali, sentiamo bussare ai vetri con insistenza. Mi giro, certa che i bimbi ci vogliano salutare, come accade ogni volta che trovano anima viva in quel locale. Ma oggi non è così. Questa volta mi indicano un quadro euforici e fanno pollice verso l'alto. Entrambi i pollici. Il quadro ritrae una donna svestita...
Immagine dal web

Io allora indico convinta di apprezzare un'altra tela: il ritratto di un uomo in treno, forse il migliore, a mio avviso tra quelli esposti.


E loro dal vetro sghignazzano, saltano, si accavallano l'un l'altro e fanno "no, no", con la testa, con le  mani e ne indicano un altro, di quadro, che (a dire il vero) apprezzo molto anch'io, di nuovo con... una donna ignuda! 

E ridono, dietro i vetri, di denti e di occhi e mi pare quasi di sentirli. Si imbarazzano, gomitandosi ai fianchi, forti del gruppo che li incoraggia. Indicano, schiacciano le dita sulla finestra e ridono. E io li adoro!

Si narra che poco dopo una maestra sia scesa nella sala mostre a controllare.... cosa vi fosse esposto!!!! 

Questo aneddoto mi ha fatto pensare. Molto. Non alla maestra, (che ho apprezzato per l'atteggiamento protettivo) alludevo al pollice verso l'alto dei bimbi...

Ho riflettuto su questi nostri figli, abituati ai (semi)nudi in televisione, usati (mai termine fu più appropriato) per vendere anche una vernice parietale, che poi si entusiasmano per un nudo in un quadro. 
Ho pensato ai nostri occhi, pronti ad accettare nudi nei film, nudi per un profumo o per una crema depilatoria... e poi, pronti ad archiviare opere d'arte come "L'homme a travers l'homme": la scultura (che tanto ha fatto chiacchierare) di Mattia Trotta, esposta a Sarnico. 
http://www.bergamonews.it/2015/12/23/statua-delluomo-nudo-rimossa-a-sarnico-spaventato-da-tanta-ignoranza-culturale/211978/

Quanto sappiamo essere sciocchi... Ora maliziosi, ora puritani, così, a seconda di come tira il vento.

I nudi di Corrado non ammiccano, non incoraggiano.
Ma se anche fosse? 
L'arte può essere oscurata, mentre tette e chiappe sono concesse per vendere una crema solare? 

Spegniamola questa maledettissima tv e visitiamo qualche mostra! Avviciniamo il naso ad un quadro vero. Annusiamolo e parliamo con l'artista e cerchiamo di capire cosa ci può essere dietro ad una tela! 

Ché dietro la tv, c'è solo un muro.

Ah, la mostra è visitabile sabato e domenica ore 14-18 fino a fine gennaio. A Sovere, in via Cavour.

E sabato mattina le maestre scendono all'esposizione con le classi e Corrado terrà una personalissima visita guidata. Ché questo è Atelietico. E le maestre l'hanno capito.

Brevissima  e molto semplice recensione...

L’arte di Corrado Facchinetti

La fonte principale per la ricerca artistica di Corrado Facchinetti è la pittura realista del ‘900 (europea e americana). Tuttavia non ama definirsi un pittore realista: dalla realtà trae solamente lo spunto per iniziare un cammino personale.

L’opera del grande pittore americano realista Hopper, a cui a volte Facchinetti rende omaggio, è stata paragonata alle rovine di Pompei, dove furono ritrovate persone sorprese dalla tragedia, "fissate per sempre" in un'azione (un uomo fa il pane, due amanti si abbracciano, una donna allatta il bambino), raggiunte improvvisamente dalla morte in quella posizione.

Analogamente a Hopper, Facchinetti coglie la fissità eterna dell’attimo di vita quotidiana.
Le sue figure femminili svolgono gesti ordinari, concentrate in una autentica introspezione. Così come i protagonisti, anche paesaggi: interni di case o bar o vagoni ferroviari, sono immortalati entro una temporalità eternamente paralizzata e  ci permettono di respirare l’atmosfera silenziosa di istanti di vita reale.

Un grande contributo lo dà la luce fredda, tagliente, volutamente "artificiale", che tende ad isolare le figure e a “ghiacciare” l’istante, sottraendole al potere ineluttabile dello scorrere del tempo; una luce intensa ma priva di calore, che rende asettico e deprimente l’ambiente interno, accentuando a volte il contrasto con il buio esterno, altrettanto inospitale e freddo.
La scena è immersa nel silenzio; compare spesso una figura umana, sola e distaccata fisicamente e psicologicamente, come se vivesse in una dimensione isolata.

Facchinetti dipinge il silenzio della solitudine che sembra pervadere indistintamente tutti i suoi lavori.

Quando di personaggi ne troviamo più di uno, appaiono caratterizzati da profonda estraneità e drammatica incomunicabilità. La direzione dei loro sguardi o i loro atteggiamenti spesso "esce dal confine del quadro", nel senso che essi si rivolgono a qualcuno o qualcosa che lo spettatore non vede, come se la porzione di spazio riprodotta non fosse sufficiente a raccontare la scena ritratta. Nei quadri di Facchinetti soffia un vento gelido di distacco, che congela persone e momenti in attimi di eterna alienazione. 

Lo spettatore è volutamente un occhio esterno che si insinua negli ambienti di vita quotidiana e spia, come un curioso voyeur, questi personaggi che non sono mai in posa. Sono catturati in un istante qualunque di una vita qualunque: un’istantanea su un momento di attesa, noia, tristezza…


Particolare spazio nelle sue opere trovano le figure femminili. Cariche di significato simbolico, assorte nei loro pensieri, con lo sguardo perduto nel vuoto si offrono spesso seminude ai raggi del sole trasmettendo ancora una volta: distacco, solitudine, attesa, inaccessibilità.

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