lunedì 31 marzo 2014

Un quadro 3D, facile facile...

Quando alla discarica di Solto Collina ho trovato una pila di scatole, ho capito che ci avrei lavorato con i miei piccoli artigiani. Scatole di cartone, in buone condizioni e complete di coperchio!!! Ho pensato alle mie figlie e ai milioni di micro-lavoretti dispersi per la casa... Le mamme dei miei artisti mi odieranno un poco, per alimentare l'accumulo di ex immondizia, nelle camerette... Da qui l'idea: una bella scatola per stivare tutto!!!
Così è nato l'ultimo lavoretto a Pianico: il coperchio è stato la nostra tela: base per un quadro 3D!!!

OCCORRENTE:
Una scatola da camicia
tempere
pennarelli
tappi di bottiglia in plastica
cartoncino da recupero
colla vinilica
pezzettini di imballaggio

MODALITÀ:

Abbiamo prima di tutto dipinto sabbia e mare. Sabbia come fondo marino, un paio di cm, poi, il resto del coperchio era il mare...
Abbiamo messo ad asciugare...


Nel frattempo su un cartoncino da riciclo abbiamo dipinto le alghe con dei pennarelli, tonalità di verde... E le abbiamo ritagliate.










I pesciolini li abbiamo fatti appoggiando un tappo di bottiglia colorato, su un cartoncino.












Abbiamo disegnato la codina e il corpo completo di pinne, a parte abbiamo tracciato, sempre seguendo la sagoma del tappo, il musetto.


Poi abbiamo colorato tutto dello stesso colore,  con i pennarelli, ritagliato, dipinto l'occhietto con un indelebile e assemblato i pezzi dei vari pesciolini con un pochino di colla.
















Alla fine abbiamo applicato fauna e flora sul nostro quadro, mettendo un piccolo distanziale (polistirolo da imballo) in modo da creare un effetto 3D.
E la scatola diventa scrigno per piccole opere d'arte...


 Dodici bambini hanno ricevuto il diploma di bravo LAB-artigiano.
E il ciclo di incontri a Pianico si è concluso, con un pochino di commozione..

giovedì 20 marzo 2014

La ghirlanda della primavera

Ne ho già parlato in precedenza, di quanto io ritenga importanti le esperienze sensoriali nelle attività con i bambini. Come già vi ho raccontato, mi ha colpita molto lo studio di un'università americana che sottolinea l'impoverimento della nuove generazioni, in questo ambito, a causa della perdita del contatto diretto a favore della realtà virtuale.
Da qui mi è nata la voglia di proporre,  laboratori esperienziali, non soltanto riciclosi e artistico-creativi!!!

Ho raccontato di questo studio ai miei piccoli artigiani e hanno capito!!! Dunque si sono divertiti a chiudere gli occhi e... toccare muschi o foglie coriacee di alloro, annusare timo, rosmarino, a strofinare foglie di salvia e i germogli di una cipolla!!!



Ho rovesciato sul tavolo (in mezzo ai bambini disposti sul perimetro) un sporta colma di foglie di varia tipologia, colore, consistenza e aroma.

Ho sollecitato i bambini a:
  • GUARDARE
  • TOCCARE (sfregare, spezzare, appallottolare)
  • ANNUSARE
Hanno dato vita ad un susseguirsi di associazioni mentali: l'odore dell'alloro per  castagne bollite o sugo al pomodoro della nonna, il rosmarino rimanda all'arrosto della nonna (sante nonne!!!) e alle patate al forno, la salvia delle cotolette, la menta della gomma americana, la lavanda del sapone ...

Hanno strappato le carnose  foglie di actinidia e spezzato quelle tenaci dell'alloro.

Bello, davvero bello.

Per preparare la ghirlanda siamo partiti da un pezzo di cartone su cui, utilizzando un piatto ed una ciotolina, ho disegnato due cerchi concentrici, li ho ritagliati, in modo da creare una corona circolare.

Dietro abbiamo incollato, con un pezzettino di nastro adesivo, un cordino, per appendere la ghirlanda. Poi, pronti via! Uno strato di colla vinilica, poi uno di foglie, posizionate secondo il gusto e la fantasia, fino alla completa copertura dell'anello di cartone.
Al termine di questa fase, è consigliabile passare un velo di colla sopra tutte le foglie, in modo da renderle resistenti e lucide.

 Visto che questo laboratorio voleva creare un'atmosfera primaverile, abbiamo lavorato con ritagli di carta colorata (riciclata dagli scarti di un asilo) a creare fiori dalle forme diverse. Mi sono fatta aiutare da uno strumento professionale: un fustellatore della Opitec, per avere fiorellini compositi: corolle di forma e dimensioni diverse da sovrapporre ed incollare tra loro con un velo di colla stick ed ecco dei   boccioli corposi e panciuti.

Un tocco di colla vinilica sul retro dei fiori e li abbiamo depositati delicatamente sulla nostra distesa di foglie.
Una caduta di glitter rosa per i fiori e verde per le foglioline ed il gioco è fatto.


Ve l'ho detto: un laboratorio arricchente ma molto semplice e i miei LAB-artigiani hanno dato il meglio!!!











Se volete ricordare la versione autunnale di questo LABoretto, la trovate qui.

mercoledì 12 marzo 2014

Pensieri di Marzo, alla sera

Più lontani i crepuscoli, in questo preludio tiepido.
Giornate che si allungano, come figli.

Un primo sapore di caldo, in gola.
Voglia di gazpacho per stasera. Voglia di cenare in veranda, scalzi, gambe nude fino alle ginocchia, immote, a pedinare la musica bassa.

Voglia di crepuscolo, che compare in ritardo. E ci lascia in attesa, cuore in gola, occhi avidi. Ma poi si trattiene, più a lungo a languorarci un po', fermo, in quelle nuove rughe, sopra gli zigomi.


Vino bianco, forse. Ma secco. Fruttato.

E silenzio di voce, per una sera.

Cuscini. Sulle tavole di legno. Sediamo a terra. Che lo sai, c'ho la fissa del contatto col mondo da cui provengo e rimango adesa, come radice a ricercar fessura. E poi camminar sull'erba. Nell'erba. Tra le dita. Verde di erba e di piedi.
E basta musica, ché ci parla il cielo stasera. Le prime stelle e i pianeti. E io non la voglio sapere la differenza, non li voglio conoscere i nomi delle stelle e nemmeno le costellazioni. Mi spaventa il cielo, da sempre.
Sono fatta di terra, io.
Di terra d'estate.

Di quell'estate in cui ricorrer cavallette e contar punti alle coccinelle. Misurar la fila delle formiche. Inseguire Giulia con un lombrico in mano e prepararci per la gara delle chiocciole. Raccogliere margherite e annusare fiori gialli. Starnutire pollini. Scegliere una nuvola con Camilla e inventarsi una forma. Oggi è zucchero filato, la mia nuvola, e me la mangio.

Attendere che piova e correrci dentro a quella terra, che è fango e odore marrone. Scalzi, che la terra ci vuole scalzi. Per lasciarci mettere radici. Venite bambine, ascoltate la terra.

C'è un gheppio in cielo, corri che te lo perdi.
Voglio raccogliere fragole quest'estate. E lamponi, more e uva spina.
E ricolorare i nanetti, inventiamoci gli "hippy garden gnomes"

E infusi di frutta alla sera, un gusto diverso, per ogni sera d'estate.

Basta letargo. Ne ho avuto a sufficienza per quest'anno. Ora rugiada  e forsizia e profumo di fiori e di calicantus: stelle regalate dal cielo per aver protetto il pettirosso.

E ti leggerò Prévert, a gran voce: Les enfants qui s'aiment, che fa nulla se l'hanno usata per i Baci Perugina. E ti leggerò Tabucchi, ancora e sempre, sottovoce, Tristano muore, che quella mosca che sbatte sul vetro sarà perfetta nella nostra calura.

Puoi esordire quando vuoi, nel tuo tripudio, primavera, noi siamo pronti.

martedì 4 marzo 2014

Ricicliamo anche a Carnevale...

"Mamma, quest'anno, a Carnevale, io non mi travesto: è una festa che non mi piace!"
Il mio primo pensiero è stato: "Niente lavori forzati, quest'anno..." ed ho sospirato con evidente sollievo.
La colpa è mia, lo so: immancabilmente, ogni anno, si arriva a due giorni dal fatidico martedì grasso e si comincia... Quando va bene ci si cimenta in una reinterpretazione dell'abito dell'anno precedente, altre volte, si deve creare e in due giorni non è sempre facile. Lo scorso anno, per esempio, Camilla s'è inventata che voleva essere Yuki, la compagna di viaggio di Capitan Harlock. Vuoi dirle di no? Hai mai sognato tu, di essere Yuki, una volta nella vita? Io sìììììì. Dunque, Yuki fu...

Quest'anno l'idea geniale viene a me:
"Ma facciamo una cosa diversa: il costume ce lo creiamo noi, completamente ricicloso? eh?"

Figurati se dicono di no.
Passiamo. così, ore a dipingere tutti e quatto, mezzi stravaccati sul tavolo, un vero lavoro di squadra, un mal di schiena...
Nulla da descrivere nei dettagli : il costume era un bel pezzo di cartone tre strati, elastico nero per fissarlo dietro le spalle.
Acrilici, smalti e brillantini.
Un cerchietto, filo di ferro e la paglietta abrasiva (quella per i piatti) a creare le antennine.
Infine, dettaglio elegante: uno scettro meraviglioso, realizzato con un legnetto rivestito di fiori e sì, qui mi sono concessa la buona vecchia carta crespa...
























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