lunedì 10 dicembre 2012

In qualche modo bisogna pur cominciare



Il capitano guardò Fermina Daza e vide sulle sue ciglia i primi fulgori di una brina invernale. Poi guardò Florentino Ariza, la sua padronanza invincibile, il suo amore impavido, e lo turbò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti.

«E fino a quando crede che possiamo continuare con questo andirivieni del cazzo?» gli domandò.


Florentino Ariza aveva la risposta pronta da cinquantatré anni sette mesi e undici giorni, notti comprese.

«Per tutta la vita» disse.



Dalla fine forse... Ma con entusiasmo.



E che sia un'alba allora, questo mio incipit.

Un'alba di scirocco, di zucchero filato. 
E rivivo Giuli e il suo: "Ma è vero che il sole nasce ogni giorno?"
E Milla: "Ma poi, alla sera, muore?"


Non è così anche per noi? 
Per tutta la vita?

Dunque da qui.
Un'aurora dicembrina dalla finestra di casa. Ma non una qualunque: dalla camera delle mie bimbe. Come è giusto che sia.

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